Febbre a 37: a cosa può essere dovuta e quando preoccuparsi
09 settembre

Febbre a 37: a cosa può essere dovuta e quando preoccuparsi

Ti sarà sicuramente capitato di misurare la temperatura e di notare quel numero, 37, sul termometro e sicuramente ti sarai chiesto: è febbre? Devo preoccuparmi? La risposta, come spesso accade in medicina, è più sfumata di un semplice sì o no.

Partiamo da un concetto fondamentale: la temperatura corporea non è un interruttore che scatta a un valore preciso, ma piuttosto un parametro vitale che oscilla, un termostato interno regolato dal nostro ipotalamo. Il famigerato 37 gradi è da sempre considerato la linea di confine tra la normalità e lo stato febbrile, ma la realtà è molto più dinamica e personale. La tua temperatura basale, infatti, può variare naturalmente durante il giorno, seguendo il ritmo circadiano: tende a essere più bassa al mattino presto e a salire lievemente nel tardo pomeriggio e alla sera. Anche l’attività fisica, un pasto abbondante, persino le fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale possono spostare il mercurio del termometro di qualche decimo, senza che questo rappresenti un campanello d’allarme. Quindi, un 37 gradi rilevato in un momento di quiete serale potrebbe essere la tua normalità assoluta.

Quando però quella lieve elevazione termica si accompagna a una sensazione generale di malessere, spossatezza, magari qualche brivido o un senso di ossa doloranti, allora è lecito iniziare a interrogarsi sulle possibili cause. Nella stragrande maggioranza dei casi, un 37 o un 37.5 sono il segnale che il tuo sistema immunitario si è attivato, che le sentinelle del tuo corpo hanno identificato un intruso e hanno alzato la temperatura per creare un ambiente meno ospitale per virus o batteri. Stiamo parlando delle classiche sindromi parainfluenzali, dei banali raffreddori, o di faringiti che decorrono con una febbricola persistente, soprattutto nei bambini. Ma le cause possono essere anche altre. Processi infiammatori di basso grado, come una gengivite trascurata o una cistite nelle sue fasi iniziali, possono manifestarsi così. Anche lo stress, quello cronico, può talvolta “scaldare i motori”, innalzando la temperatura come se il corpo fosse in uno stato di perenne allerta. Persino alcuni farmaci possono avere questo effetto collaterale. È quindi importante ascoltare tutto il corollario di sintomi che accompagnano quella temperatura: il mal di gola, il bruciore urinario, il dolore localizzato, sono tutti indizi preziosi per capire dove sia originato il problema.

La domanda cruciale, però, rimane: quando è il momento di trasformare l’attenzione in preoccupazione? Quando è necessario consultare il medico? Il punto non è il singolo valore sul termometro, ma il contesto in cui si manifesta e la sua evoluzione nel tempo. Se quella febbricciola a 37 persiste per più di quattro o cinque giorni senza una chiara ragione, senza miglioramenti, è sicuramente un buon motivo per sentire il parere del medico. La persistenza è un segnale da non sottovalutare!

Ancora più importante è prestare massima attenzione se a quel lieve rialzo termico si associano sintomi specifici e importanti, come una sudorazione notturna profusa che ti costringe a cambiare la maglietta, una perdita di peso inspiegabile, un ingrossamento di linfonodi, o un affaticamento così debilitante da non permetterti di svolgere le normali attività quotidiane. In questi casi, la febbricola diventa un pezzo di un puzzle più complesso che il medico dovrà comporre attraverso una visita accurata e, se necessario, esami mirati.

Attenzione massima anche nei confronti dei bambini molto piccoli, dove anche una febbricola va monitorata con più solerzia, e negli anziani o nelle persone immunodepresse, il cui organismo potrebbe non reagire alle infezioni con picchi febbrili alti ma proprio con queste alterazioni subdole e persistenti.

Insomma, un termometro che segna 37 non è per forza qualcosa di grave, ma piuttosto uno strumento di ascolto. È un suggerimento che il tuo corpo ti sta inviando... Inizia col monitorare la temperatura in modo corretto, sempre alla stessa ora e in condizioni di riposo, e tieni un piccolo diario dove annotare il valore e i sintomi associati. Questa semplice abitudine fornirà al medico informazioni preziose e non cadere nella trappola dell’autoprescrizione di antipiretici: la febbre, entro certi limiti, ha una sua funzione difensiva e sopprimerla a priori significa togliere un’arma al tuo sistema immunitario e, a volte, mascherare l’evoluzione di un’infezione.

Usa, quindi, il buon senso. Idratati abbondantemente, riposa, asseconda il bisogno di quiete del tuo corpo e osserva. Nella maggior parte dei casi, tutto si risolverà spontaneamente in pochi giorni, ma se così non fosse, allora è il momento di affidarti a un professionista che, partendo proprio dalle tue attente osservazioni, potrà indicarti la strada giusta da percorrere per ritrovare il tuo equilibrio.