Memoria e concentrazione: quali integratori assumere
Al rientro dalle vacanze, tornare a lavoro e a scuola non è facile per tutti e tanti possono accusare perdita di concentrazione e difficoltà a memorizzare concetti nuovi. La concentrazione e la memoria sono funzioni psichiche essenziali per svolgere al meglio le attività cerebrali e spesso sono alterabili proprio perché influenzate da tanti aspetti, come il contesto lavorativo o di studio, l'umore, lo stress, l'età e ritmi di vita frenetici.
L’uso degli integratori alimentari può essere utile se si sta attraversando un periodo di studio o lavoro particolarmente impegnativo o se a causa di stress o ansia ci si sente affaticati e stanchi. Vediamo allora insieme, quali integratori assumere per ottimizzare memoria e concentrazione:
- La Fosfatidilserina, in grado di incrementare la memoria, la concentrazione e le prestazioni mentali, tanto negli anziani quanto nei più giovani. Facilita la trasmissione degli impulsi nervosi, allontana lo stress e il rischio di depressione;
- La Vitamina C, che incentiva la produzione di neurotrasmettitori del “buonumore”, quali serotonina, norepinefrina e dopamina. Queste consentono ai neuroni di comunicare tra loro, supportando stato emotivo, concentrazione e capacità di memorizzare i ricordi. La Vitamina C, infatti, difende il cervello dai radicali liberi, essendo un ottimo antiossidante;
- La Melatonina. È stato dimostrato che questa sostanza protegge dal declino cognitivo, aiutando la mente a trattenere le informazioni, oltre che a migliorare la qualità del sonno;
- L’Acetil Carnitina, aminoacido essenziale per la secrezione del neurotrasmettitore protagonista di diverse funzioni nervose e cerebrali. Fornisce energia al mitocondrio, e blocca lo stress ossidativo. Aumenta così la memoria, a maggior ragione in chi soffre di alcolismo e di patologie senili;
- La Glutammina. Non solo importante per il benessere dei muscoli in situazioni di sovrallenamento, ma anche per il cervello, grazie alle sue proprietà stimolanti;
- Gli Omega 3 che impediscono il restringimento del cervello, associato all’invecchiamento. Secondo ulteriori ricerche, pare che questi acidi grassi sostengano le peculiarità cognitive che, se compromesse, porterebbero alla comparsa di malattie neurodegenerative.